Noto

“Neas” per i siculi, “Neaton” per i greci e “Netum” per i romani: furono gli arabi a darle il nome definitivo di Noto. Il termine, che in arabo ha lo stesso significato che in italiano, è stato scelto come omaggio per celebrare la bellezza del luogo, oggi considerato un vero e proprio gioiello architettonico del barocco siciliano.

Importante punto di riferimento fin dall’epoca sicula, il centro abitato fu distrutta dal terremoto che colpì la Val di Noto nel 1693. Questo episodio devastante ci ha però lasciato le tracce dell’antica cittadina medievale di “Neto”, di cui possiamo tuttora osservare parte delle mura e del castello. Grazie ad una sapiente ricostruzione, Noto è oggi una città d’arte di strabiliante bellezza e località Patrimonio dell’UNESCO dal 2002. La pianta attuale è quella barocca, strutturata su vie ampie e rettilinee alternate da piazze con scalinate su cui si affacciano chiese e palazzi.

È in questo scenario d’eccezione che si svolge uno degli eventi più amati e fotografati e che puntualmente richiama l’attenzione di migliaia di visitatori locali e stranieri: l’Infiorata di Noto. Ogni anno dal lontano 1980, la terza domenica di maggio la già suggestiva via Nicolaci viene ricoperta da un variopinto tappeto di fiori ordinatamente disposti per raffigurare diversi disegni, solitamente 16, realizzati da artisti locali e stranieri. Per una vista panoramica dell’Infiorata raccomandiamo di salire sul campanile della Chiesa di San Carlo: vi garantirà una perfetta visione dall’alto di questo stupefacente inno alla primavera!

 

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